Alla nascita del partito decromatico

La prima impressione all’assemblea costituente del Partito Democratico è cromatica. Il verde predomina: sul nastro cui pende il contrassegno dei 2858 assembleati, sul fondale della sala, su tappeti e passatoie, financo negli occhi di una bellezza gigantografata. Continua a leggere

Un arrocco o un gambetto di regina?

Nell’imminenza della riunione dell’Assemblea Costituente piddina i fatti rafforzano l’analisi del mio articolo “Dopo il 14 ottobre”. E’ ormai evidente che il Partito Democratico non può essere equiparato all’esperienza (solo formalmente non ancora conclusa) della Federazione dell’Ulivo, di cui non sarà la prosecuzione diretta e legittima. Continua a leggere

Prospettive geopolitiche dell’ex URSS – 1

György Nanovfszky è stato ambasciatore dell’Ungheria per otto anni a Mosca nell’ultimo decennio del secolo scorso. In precedenza era stato diplomatico presso la CNUCED a Ginevra, e successivamente ambasciatore in estremo Oriente. Questo contributo proviene dalla sua lezione al seminario di geopolitica tenutosi in Svizzera nell’agosto 2007. Si ringrazia la scuola internazionale KCE di La Chaux-de-Fonds per la cortese concessione.

Introduzione Continua a leggere

Blocher polarizza l’attenzione e vince

La particolare condizione istituzionale della Svizzera aiuta ad ammorbidire le conseguenze del voto di domenica scorsa. Il governo (detto Consiglio Federale) infatti non consiste della sola maggioranza, ma dei quattro partiti che hanno ottenuto più voti: bloccato su sette membri, secondo la formula 2+2+2+1. Pertanto sarà ancora formato da conservatori-populisti, socialisti, democristiani e liberali-radicali. Ne resteranno fuori ancora una volta i verdi. Continua a leggere

La recente analisi di Giorgio La Malfa

Ho riletto l’articolo di Giorgio La Malfa sulla crisi italiana, apparso il 30 settembre su “La Stampa”, e continuo a non condividerlo, a cominciare dal suo incipit retorico: “Quanto a lungo può durare un Governo che ogni giorno rivela contrasti politici sostanzialmente insanabili fra le sue componenti? Quale lascito negativo consegnerà al Paese una coalizione che può sopravvivere soltanto attraverso una ricerca affannosa di compromessi su qualunque problema? Non c’è il rischio che con il protrarsi nel tempo il danno prodotto da questa situazione possa crescere esponenzialmente?” A meno che La Malfa stia descrivendo la situazione del Berlusconi 2, che andò sott’acqua un centinaio di volte, ma non affondò che con le elezioni, a regolare scadenza del mandato…

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Dopo il 14 ottobre

Il dato più rilevante della votazione che ha sancito la nascita del Partito Democratico riguarda la ripartizione delle percentuali interne. Essa dimostra (pur con maleficio d’inventario…) che tre potenziali elettori piddini su quattro proverrebbero dall’area diessina.

Questo confermerebbe il compimento della quarta tappa nella marcia del PCI verso il completo sdoganamento del proprio passato: prima quasi soltanto interna, con Occhetto e la corrente del sì, Continua a leggere

La mozione “Autonomia repubblicana”

Il Consiglio Nazionale del Movimento Repubblicani Europei, riunito a Roma il 22 settembre 2007,

ricordato
– che il MRE è un partito a pieno titolo, sia per norma statutaria propria sia per norma contenuta nel patto istitutivo della Continua a leggere

Investiti dalla falanga

Gestazione sempre difficile per il nascituro Partito Democratico: dopo aver perso componenti verso sinistra, ora ne sta perdendo verso il centro. L’uscita più notata è quella di Lamberto Dini e degli altri “liberaldemocratici”, ma merita attenzione anche quella del gruppo campano del Movimento Repubblicani Europei, che segue Falanga nell’Italia dei Valori.

Poco tempo prima erano avvenute altre uscite importanti, come quella di Bordon. Sono tutte rilocalizzazioni all’interno dell’Unione, determinate dall’evoluzione (o involuzione?) piddina. Dopo il 14 ottobre sarà lecito attendersi uscite dei primi petali della margherita, delusi dall’ombra delle fronde della quercia.

Ma soffermiamoci soltanto su Dini e Falanga, perché si tratta di due casi che incidono direttamente sul futuro dell’ALDE/ELDR in Italia. Continua a leggere

Dopo il discorso di Veltroni a Torino

Ho seguito attentamente il discorso di autocandidatura a segretario nazionale del futuro Partito Democratico, fatto dall’on. Veltroni a Torino ieri. Non essendo fisicamente presente, mi è mancato l’influsso ambientale, anche se l’atmosfera era certamente più da conferenza che da comizio.

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Un’anomalia politica in più

L’idea o progetto del “Partito Democratico” (PD) si configura come un’ulteriore anomalia della politica italiana, rispetto alla realtà europea.

In Europa orientale, dall’Estonia alla Bulgària, una fusione di postcomunisti e postdemocristiani non sarebbe minimamente pensabile.

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